16.4.08

MANIFESTO PER UN PARTITO SOCIALISTA EUROPEO


Il mondo sta cambiando. Mutano le forme di produzione e commercio, mutano le forme del lavoro e, di conseguenza, si trasforma la società.

Il cambiamento che abbiamo di fronte, però, è in gran parte prodotto dalle forze economiche e finanziarie del pianeta, alle quali la politica guarda spesso impotente e frustrata. Lo sviluppo del nuovo capitalismo e la globalizzazione si abbattono sulla vita quotidiana di ogni cittadino, sempre più solo e meno tutelato nel complesso universo interconnesso di oggi. Fin ad ora, infatti, la mondializzazione dei mercati ha aumentato la ricchezza complessiva, ma, allo stesso tempo, ha allargato il divario tra ricchi e poveri. I paesi poco preparati a questa cruciale partita rischiano di non esprimere a pieno le potenzialità che comunque la globalizzazione è in grado di offrire.

Per mettere a frutto tutte le migliori energie in funzione di una nuova società di benessere, non soltanto semplicemente soddisfatta dal punto di vista economico, ma capace di puntare sulla qualità della vita, serve un forte ritorno alla Politica ed ai suoi luoghi. Occorre, in buona sostanza, ripristinare il primato della Politica sull’economia.

D’altra parte è indubbio che i grandi problemi dell’era contemporanea siano ormai diffusi ed omogenei nell’intero territorio europeo; problemi soprattutto vissuti dalle giovani generazioni, le quali, per scommettere fino in fondo su sé stesse hanno forte bisogno di un quadro stabile di riferimento politico e sociale, ancora nel nostro continente tutto da costruire. Ma come? E’necessario promuove la democrazia europea, rivitalizzando le sue istituzioni e puntando ad edificare un vero e proprio “modello europeo”, capace di superare il frammentato e differenziato paesaggio attuale. Per procedere su questa via è fondamentale rendere efficaci strumenti nuovi: noi crediamo che i principali strumenti funzionali alla creazione di un’ Europa politica siano i partiti.

La sfida che siamo chiamati ad accettare è quella di porre in essere un movimento di massa che crede e lavora per un orizzonte ideale e concreto; la sfida è quella di dare uno spazio, un luogo ed un tempo alla cittadinanza ed alla sovranità europea; la sfida è di plasmare una forte identità ed una profonda coscienza civica e civile nel sentire comune dei nostri cittadini.

Bisogna trovare il coraggio di oltrepassare le “Colonne d’Ercole”, se vogliamo, noi europei, diventare un punto di interlocuzione decisivo in un mondo geopoliticamente definito multipolare.

L’epoca di Maastricht sta giungendo alla conclusione e non possiamo di certo ripensarci esclusivamente in termini di numeri e parametri.

Per questo riteniamo che lo stesso PSE sia chiamato ad una significativa discontinuità e ad un salto di portata storica:adesso o mai più.

Chiediamo, allora, che all’appuntamento madrileno di Ottobre il Partito Socialista espanda i suoi orizzonti ed operi una transizione definitiva, concedendo una piena inclusione di tutte le forze riformiste, democratiche e progressiste del panorama europeo. L’aggregazione anche di nuove culture e soggettività può essere l’unico antidoto al grave rischio della supremazia delle destre populiste e teo-con, assolutamente non adeguate a saper leggere e governare i complessi processi odierni.

Sogniamo un partito forte e grande che, attraverso una sintesi politica alta ed avanzata, sappia dipanare e risolvere le contraddizioni globali, i problemi ambientali e climatici, le questioni etiche ed i disagi individuali di una società atomizzata.

Pensiamo che per il PSE aggiungere all’aggettivo socialista pure gli aggettivi “democratico” e “progressista”non sia un annacquamento dell’identità, bensì rappresenti, coraggiosamente, l’esigenza di formulare una progettualità alternativa in grado di dare respiro ad una nuova idea di futuro, per la quale molti europei nei loro territori riescano ad animarsi ed impegnarsi con passione.

2 comentarios:

Aurora Bonnin dijo...

Esto es un acto de rebeldía! jajaja

Qué italiano escribes! ni Petrarca!

Toño Casas dijo...

Un acto de rebeldía, si...jaja.
Mi italiano es un poco prestado, pero con el tiempo...