18.4.08

Elecciones en Italia

Tras vivir in situ la campaña electoral y las elecciones en Italia, uno se da cuenta de la complejidad de la política en el país transalpino. Un país que ha tenido 62 gobiernos diferentes en 63 años algo está haciendo mal, y quizá sea ese el caldo de cultivo para que populistas demagogos y xenófobos como Berlusconi encuentren el apoyo en las urnas.

Todo eso, acompañado de una inestable izquierda que durante muchos años ha estado dando palos de ciego, hace que Italia caiga de nuevo en un pozo que, irremediablemente, le hundirá un poco más.

Lo primero que me sorprendió al llegar a Italia es la resignación de la gente ante lo que tenía que pasar. Lejos de tomarlo como algo permanente, la izquierda se ha organizado en torno a un proyecto que parece prometedor, y del que, a buen seguro, saldrá una nueva esperanza para el país.

El Partito Democratico nace con vocación de futuro, con vocación reformista y europeísta, con la idea de que hay que trabajar mucho para conseguir que la sociedad italiana vuelva a creer en la política, y en que los políticos verdaderamente pueden solucionar los problemas. Queda mucho por hacer, y por convencer, pero he creído percibir que el PD tiene todo esto muy interiorizado, que cuenta con jóvenes para hacer que este proyecto tenga un futuro, y que ha apostado por una manera sensata y serena de hacer las cosas.

Quizá sea Walter Veltroni el líder que necesitaba esta izquierda tan necesaria para Europa. Ahora la labor es unirse a él, y hacer que aparezca ante la opinión pública como un referente en la izquierda, como un hombre del que se puedan fiar, y que sean muchos los que piensen mi fido di te cuando le vean.

El bipartidismo existente en la Cámara de Diputados puede ser de mucha utilidad para ello, el focalizar el discurso de la izquierda es crear alternativa, una alternativa muy necesaria.

Sin duda, este nuevo Partito Democratico, junto con la Sinistra Giovanile, lograrán mostrar a los italianos un horizonte nuevo, donde las grandes potencialidades que tiene su país sirvan para construir una Europa ciudadana, con valores sociales que sepan afrontar los cambios que se producen en el mundo.

El resultado no se puede disfrazar, no es bueno, Berlusconi ha vuelto al gobierno, pero no se puede calificar de malo, ya que hemos comprobado que la izquierda tiene un gran apoyo social, y que conforma una semilla con mucha vida que nos puede dar un partido integrado en la izquierda europea que devuelva la esperanza a Italia.


16.4.08

MANIFESTO PER UN PARTITO SOCIALISTA EUROPEO


Il mondo sta cambiando. Mutano le forme di produzione e commercio, mutano le forme del lavoro e, di conseguenza, si trasforma la società.

Il cambiamento che abbiamo di fronte, però, è in gran parte prodotto dalle forze economiche e finanziarie del pianeta, alle quali la politica guarda spesso impotente e frustrata. Lo sviluppo del nuovo capitalismo e la globalizzazione si abbattono sulla vita quotidiana di ogni cittadino, sempre più solo e meno tutelato nel complesso universo interconnesso di oggi. Fin ad ora, infatti, la mondializzazione dei mercati ha aumentato la ricchezza complessiva, ma, allo stesso tempo, ha allargato il divario tra ricchi e poveri. I paesi poco preparati a questa cruciale partita rischiano di non esprimere a pieno le potenzialità che comunque la globalizzazione è in grado di offrire.

Per mettere a frutto tutte le migliori energie in funzione di una nuova società di benessere, non soltanto semplicemente soddisfatta dal punto di vista economico, ma capace di puntare sulla qualità della vita, serve un forte ritorno alla Politica ed ai suoi luoghi. Occorre, in buona sostanza, ripristinare il primato della Politica sull’economia.

D’altra parte è indubbio che i grandi problemi dell’era contemporanea siano ormai diffusi ed omogenei nell’intero territorio europeo; problemi soprattutto vissuti dalle giovani generazioni, le quali, per scommettere fino in fondo su sé stesse hanno forte bisogno di un quadro stabile di riferimento politico e sociale, ancora nel nostro continente tutto da costruire. Ma come? E’necessario promuove la democrazia europea, rivitalizzando le sue istituzioni e puntando ad edificare un vero e proprio “modello europeo”, capace di superare il frammentato e differenziato paesaggio attuale. Per procedere su questa via è fondamentale rendere efficaci strumenti nuovi: noi crediamo che i principali strumenti funzionali alla creazione di un’ Europa politica siano i partiti.

La sfida che siamo chiamati ad accettare è quella di porre in essere un movimento di massa che crede e lavora per un orizzonte ideale e concreto; la sfida è quella di dare uno spazio, un luogo ed un tempo alla cittadinanza ed alla sovranità europea; la sfida è di plasmare una forte identità ed una profonda coscienza civica e civile nel sentire comune dei nostri cittadini.

Bisogna trovare il coraggio di oltrepassare le “Colonne d’Ercole”, se vogliamo, noi europei, diventare un punto di interlocuzione decisivo in un mondo geopoliticamente definito multipolare.

L’epoca di Maastricht sta giungendo alla conclusione e non possiamo di certo ripensarci esclusivamente in termini di numeri e parametri.

Per questo riteniamo che lo stesso PSE sia chiamato ad una significativa discontinuità e ad un salto di portata storica:adesso o mai più.

Chiediamo, allora, che all’appuntamento madrileno di Ottobre il Partito Socialista espanda i suoi orizzonti ed operi una transizione definitiva, concedendo una piena inclusione di tutte le forze riformiste, democratiche e progressiste del panorama europeo. L’aggregazione anche di nuove culture e soggettività può essere l’unico antidoto al grave rischio della supremazia delle destre populiste e teo-con, assolutamente non adeguate a saper leggere e governare i complessi processi odierni.

Sogniamo un partito forte e grande che, attraverso una sintesi politica alta ed avanzata, sappia dipanare e risolvere le contraddizioni globali, i problemi ambientali e climatici, le questioni etiche ed i disagi individuali di una società atomizzata.

Pensiamo che per il PSE aggiungere all’aggettivo socialista pure gli aggettivi “democratico” e “progressista”non sia un annacquamento dell’identità, bensì rappresenti, coraggiosamente, l’esigenza di formulare una progettualità alternativa in grado di dare respiro ad una nuova idea di futuro, per la quale molti europei nei loro territori riescano ad animarsi ed impegnarsi con passione.

Rose Rosse d’Europa

L'associazione ROSE ROSSE d'EUROPA nasce a Orvieto il 24 novembre 2006. Il suo scopo principaleè quello di "promuovere i gemellaggi tra le organizzazioni di base dei partiti politici che aderiscono al Partito Socialista Europeo, realizzando scambi culturali, incontri e diffusione di esperienze di comune interesse". Con questa iniziativa si intende contribuire alla crescita culturale e civile dei propri soci all'insegna della cultura della tolleranza e della solidarietà anche al fine della promozione di una cultura della cittadinanza europea. I partiti che aderiscono al PSE sono una grande forza in Europa e governano o hanno governato gran parte dei paesi del continente. Ma i militanti di base conoscono poco della vita e delle esperienze dei loro compagni europei. Da qui l'idea di promuovere un portare che faciliti lo scambio di informazioni e di esperienze ma soprattutto che promuova ed assista i gemellaggi tra le associazioni di base. L'associazione è basata esclusivamente sul volontariato e non intende partecipare al dibattito politico sui temi di fondo che impegnano i partiti tra di loro ed al loro interno. Quello che si vuol fare è promozione di conoscenza, amicizia e cooperazione.